Monte Cornacchia da Pescosolido

Monte Cornacchia da Pescosolido: Introduzione al percorso

Andata: Da Pescosolido (dintorni) per il Vallone Lacerno, il Valico Tre Confini e la cresta NE
Ritorno: Stesso itinerario

Questo itinerario che raggiunge la cima del Monte Cornacchia è lungo, spettacolare, in ambiente solitario e remoto, che richiede all’escursionista un marcato senso della montagna soprattutto nella parte finale. Il percorso, che nel primo tratto potrebbe risultare monotono, si inoltra, con un ampio giro, in uno dei più incisi, lunghi e selvaggi valloni appenninici: il Vallone Lacerno.

Simile ad un canyon nella parte iniziale, tra Campoli Appennino e Pescosolido, sale gradatamente fino all’ampia e desolata conca carsica stretta tra le cime del Monte Cornacchia, de I Tre Confini e de Il Macerone. Il Monte Cornacchia, in realtà, non è una cima appariscente né tanto meno imponente, ma permette di godere di un notevole panorama-balcone sulla Val Roveto e sul vicino Pizzo Deta. La vista spazia anche sui gruppi del Gran Sasso e della Maiella. Infine sui monti della Marsica e del Parco Nazionale d’Abruzzo fino ad arrivare ai Monti Aurunci e ai Monti Lepini.

Monte Cornacchia | Sentieri nel Lazio
Il Monte Cornacchia

Dato che i tempi necessari per raggiungere la vetta sono ragguardevoli, è vivamente consigliato, scegliere le giornate più lunghe dell’anno, per evitare di trovarsi con scarsa visibilità sulla via del ritorno. Quasi impossibile risulterebbe invece la traversata invernale, dove l’accumulo di neve, renderebbe il cammino oltremodo faticoso, allungando ulteriormente i tempi di percorrenza.

Descrizione del Percorso

Giunti a Sora, si sale all’abitato di Pescosolido e, appena entrati in paese (senza raggiungere il punto più alto), dopo aver costeggiato un lungo muro in pietra, si gira a destra per una piazzetta. Da qui, l’accesso è possibile solo alle auto, così, dalla piazzetta si imbocca una stradina, sulla sinistra, che sale tra le case nella parte alta del paese (Via Piacenza). Ad un bivio si gira a destra, si supera una vecchia cava e si giunge nei pressi di alcune costruzioni dove l’asfalto termina. Si continua in auto su una larga carrareccia, si superano un paio di svolte, e si attraversa una bel piano erboso denominato Il Prato dove sorge la Casa di Giusti. Si prosegue ancora su comoda carrareccia, e ad un bivio, si segue la strada di sinistra che sale e passa accanto alla Casa Piccione (sulla sinistra) e poco oltre alla Casa Pastinello (sulla destra).

Circa 300 metri dopo quest’ultimo casolare la strada termina in corrispondenza di un piccolo slargo (820 m, se lo slargo viene raggiunto a piedi, bisogna aggiungere 160 m al dislivello complessivo, 40 minuti al tempo di salita e 30 minuti al tempo di discesa). Parcheggiata l’auto, si imbocca un sentiero che si stacca a destra dello slargo, scende a traversare a mezza costa il bosco (seguire sempre la traccia di sinistra). Poco dopo va ad intercettare una sassosa mulattiera che sale da Pescosolido (sentiero Q8 del PNA). Si segue così la mulattiera verso sinistra e si sale con percorso a mezza costa fino ad affacciarsi sul Vallone Lacerno. Quando la mulattiera diventa meno ripida, costeggia una zona di rimboschimento di pini e termina subito dopo in coincidenza di un altro piccolo slargo.

Verso il Monte Cornacchia

Si abbandona cosi il sentiero che si inoltra nel vallone e si volta a sinistra per prendere la traccia che entra nel rimboschimento. Percorsi circa 200 metri si abbandona il sentiero meno evidente che prosegue a mezza costa e si prende quello più marcato che risale ripidamente il pendio a monte della pineta. Raggiunta ad un poggio la parte più alta del pendio, il sentiero volge verso destra e sale a traversare l’inciso Vallone Mandrino. Da qui inizia un lunghissimo percorso a mezza costa che corre sotto le propaggini della Punta Calcatora, della Punta Cardicola e de La Brecciosa. Si percorre il sentiero fino ad inoltrarsi nel cuore del Vallone Lacerno in uno scenario grandioso e dominato dalle strapiombanti pareti del Monte Serrone e dal Balzo di Ciotto (0.30 h). Si traversano il Vallone Ficcacianca, Vallone Acero, Vallone Bianco, si aggira uno dei contrafforti della Punta Calcatora e infine, si traversa il Vallone del Tasso (1307 m).

Intorno ai 1330 metri, il sentiero si allinea al fondo della valle, supera il Vallone Brecciosella e, in corrispondenza di un’altra valletta, volta a sinistra per risalire il pendio a sinistra del torrente stesso (1.30 h/ 2.00 h). Usciti dal bosco (1600 m circa) si cammina ancora per un po’ fino ad affacciarsi in un’ampia conca dominata dalle vette de Il Macerone, del Monte Cornacchia e dei Tre Confini (1.00 h/ 3.00 h, 1647 m). Lasciato a sinistra il sentiero per I Pozzi, si prende la traccia di destra che risale la conca in direzione dei larghi pendi sassosi del Monte Cornacchia (ovest). Giunti a quota 1745 (termine del sentiero Q8 e innesto sul sentiero Q9 del PNA) il percorso volta verso destra puntando ora verso il Valico Tre Confini posto tra l’omonima cima e il Monte Cornacchia. Guadagnato il valico (1927 m, 0.50 h/ 3.50 h) si risale la stretta e sassosa cresta NE, si supera una prima elevazione (2000 m) e, discesi ad una selletta (1980 m), si risale l’ultimo tratto di cresta fino alla cima (2003 m, 0.20 h/ 4.10 h).

Scheda Tecnica

Dislivello complessivo: 1280
Tempo andata: 4.10 ore
Tempo ritorno: 2.40 ore
Difficoltà: E+
Segnaletica: Segni rossi e del PNA
Luogo di partenza: raggiungibile con auto e pullman (fino al paese)

Coordinate GPRS

Monte Cornacchia
41°48’22.4″N 13°38’32.5″E

Mappa (Cima del Monte Cornacchia)

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