Rocca Secca

La città fantasma di Rocca Secca Antica

L’antico abitato di Rocca Secca con il suo fortilizio sorgono sul massiccio del Monte Asprano e più precisamente sul versante occidentale a guardia della Valle del Melfa. Il monte, di natura calcarea si presenta arido e privo di vegetazione arborea, caratteristica questa che ha sempre mantenuto nel corso dei secoli.

Sembra infatti che il nome “Rocca Secca” derivi proprio dal fatto di essere fin dal giorno della sua fondazione, una zona povera di acqua. Oltre ad affacciarsi sulla Valle del Melfa, dalla rocca si può ammirare la Valle del Fiume Liri verso sud e il Monte Obachelle del gruppo montuoso del Monte Cairo a nord-est.

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Ruderi di Rocca Secca Antica

La storia di Rocca Secca Antica

Numerosi ritrovamenti ci testimoniano la presenza nei dintorni di Rocca Secca di insediamenti Volsci già a partire dal XII-XI secolo a.C. Dal V secolo a.C., invece, troviamo la presenza romana con tombe ponti e templi. Ma il contesto storico in cui nacque Rocca Secca è da ricercare nel complicato intreccio di culture che esisteva in quella zona nel X secolo d. C.. Qui, infatti, si contendevano la supremazia del territorio i Longobardi, i Normanni e la potente Abbazia benedettina di Montecassino. Sul finire del IX secolo a.C., i Longobardi, con il loro comandante Rodiberto, iniziarono a minacciare seriamente il territorio dell’abbazia centro nevralgico di scambi commerciali e dotato di un ricco sistema difensivo.

I Longobardi puntavano proprio a controllare il sistema di rocche che sorgeva in tutta l’area cassinate. Fu così che durante questa estenuante lotta, l’abate Mansone di Montecassino ebbe in dono dal Principe di Capua Landolfo una parte del Monte Asprano. Qui fece erigere un fortilizio sulle rovine di preesistenti insediamenti per controllare l’importante attraversamento del Fiume Melfa.

Roccasecca nel Medioevo

Il castello venne denominato Rocca Secca a causa della cronica scarsità di acqua del Monte Asprano. Con il passare degli anni viene realizzato un nucleo abitato intorno alla rocca ma, quando il 14 novembre 996 l’abate Mansone venne accecato e ucciso, Roccasecca subì il primo di innumerevoli attacchi e distruzioni. Fu il Conte d’Aquino Adenolfo III che diede questo primo colpo abbattendo le mura difensive che vennero ricostruite pochi anni dopo dagli stessi conti d’Aquino. Contesa per oltre cinquant’anni, nel 1058 Roccasecca passa ai Normanni di Aversa subentrando al Principato di Capua di stirpe longobarda.

Il 1066 è l’anno in cui tutta la zona passa sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Montecassino entrando a far parte della Terra di San Benedetto. Nel 1157 con Rinaldo inizia l’era dei “de’ Aquino di Roccasecca” da dove discenderà Tommaso grande Santo e filosofo nato nel 1225 proprio tra le mura del castello.

Nel 1246 Roccasecca viene divisa da Aquino per essere riunita un secolo dopo rimanendo dominio dei de’ Aquino fino al 1419 quando i suoi territori vennero concessi al capitano di ventura Nicola Piccolo.

Dal Rinascimento alla Seconda Guerra Mondiale

Il 1442 è l’anno del ritorno dei signori di Aquino che la cedettero come dote della loro ultima discendente Antonella d’Aquino nella sua unione con Igino d’Avalos passando di fatto agli Aragonesi.

Dal 1526 al 1547 è feudo di Vittoria Colonna marchesa di Pescara prima dell’avvento dei Boncompagni, avvenuto nel 1593, che rinnovarono completamente il borgo. Durante il dominio di quest’ultima famiglia sorsero nuovi centri costruiti più a valle dove c’era abbondanza di acqua. Nacque così un nuovo borgo alle pendici del colle, La Valle che divenne ben presto il centro principale e, poco distante, Caprile.

In questo periodo la popolazione inizia man mano ad abbandonare la parte alta di Rocca Secca Antica per trovare migliori condizioni di vita nei nuovi centri. La parola fine per l’antico insediamento di Rocca Secca Antica fu durante i devastanti bombardamenti della seconda guerra mondiale che distrussero non solo il castello, le fortificazioni e quello che rimaneva delle vecchie abitazioni ma anche e soprattutto i nuovi centri, compreso il borgo sotto al colle (rione Castello), solo da poco tornato alla vita.

La visita al borgo di Rocca Secca

Visitare le rovine di Rocca Secca Antica non presenta particolari difficoltà se non per il fatto che, a causa della forte esposizione ai raggi solari, è da evitare nei periodi più caldi dell’anno. Un sentiero, di cui la prima parte a gradini, permette di risalire comodamente la cresta occidentale del Monte Asprano fino alla parte più alta del colle.

La Chiesa di San Tommaso

La visita ha inizio dall’arco a sesto acuto posto all’ingresso del borgo di Rocca Secca Antica e, una volta superato, troviamo la Chiesa di San Tommaso edificata tra il 1323 e il 1325. La chiesa, affiancata da un campanile a base si presenta molto semplice nella struttura. Composta da una sola navata ha un presbiterio che accoglie diversi affreschi del XV secolo provenienti dalla Chiesa di San Pietro a Campea. La particolarità di questa chiesa, completamente restaurata negli anni ’70 dopo le distruzioni dell’ultima guerra mondiale, è quella di essere stata la prima ad essere costruita in onorare del famoso Santo.

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La chiesa di San Tommaso a Rocca Secca Antica

Il centro di Rocca Secca Antica

Salendo sul colle si incontrano le <strong>abitazioni dell’antico borgo</strong>, ridotte a livello di fondazioni, disposte a spina lungo lo spartiacque. Altri ruderi sono sparsi un po’ ovunque, qualcuno conservato meglio di altri, ma tutti individuabili intorno al nucleo principale.

Ben più evidenti e intatte appaiono le mura e le fortificazioni poste in cima al colle. Dal castello, nucleo centrale dell’antico abitato, si diparte una grande cinta di mura interrotta in più punti da torri cilindriche. Questa racchiude la prima cerchia difensiva del castello delimitata, a sua volta, da grandi torrioni a base quadrata.

Da un’attenta analisi si possono riscontrare costruzioni adibite non solo ad abitazioni ma anche ad attività artigiane e commerciali. Gli ambienti e gli elementi che sono stati individuati nel corso di numerosi studi. Le cisterne e i pavimenti in coccio, fanno intuire che nel borgo fortificato esistevano impianti per la tessitura e la concia delle pelli. Tuttavia vi erano anche fucine per la lavorazione dei metalli e laboratori per la lavorazione del legno e dell’argilla.

I dintorni

Da vedere vicino Rocca Secca c’è Roccasecca, il paese medievale abitato. Nei dintorni del borgo di Rocca Secca Antica, sul lato est del colle, sorge una torre isolata. Questa appare di forma cilindrica e fungeva da avamposto per la difesa del versante orientale. Vi si accede percorrendo un sentiero che si diparte poco prima dell’arco che introduce al borgo. Sotto la rupe dominata dal castello, sorge l’interessantissima Chiesa rupestre di Sant’Angelo detta anche di San Michele e vi si può accedere più comodamente dalla frazione Caprile.

Come raggiungere Rocca Secca Antica

Giunti a Roccasecca si imbocca la strada per Castrocielo. Poco dopo, sulla sinistra, si stacca una stradina (poco prima di Roccasecca sulla destra per chi proviene da Castrocielo) che raggiunge, dopo circa 500 metri, uno spiazzo. Parcheggiata l’auto si può notare la porta d’ingresso al borgo. Tralasciando sulla sinistra un sentiero protetto da una staccionata e che giunge ad una torre, si passa sotto un arco a sesto acuto.

La prima costruzione che si incontra è la Chiesa di San Tommaso: senza superarla si risalgono dei gradini posti al lato sinistro della chiesa che in breve diventano sentiero. Il percorso si snoda tra i ruderi delle case del vecchio borgo fino alla sommità del monte dove sorgono i resti del fortilizio.

Scheda di Rocca Secca Antica

Accesso: Su strada
Tipologia attuale: Ruderi sparsi
Origine: Medievale
Età di fondazione: X secolo a.C.
Età di abbandono: XVI-XVII secolo d.C.
Motivo dell’abbandono: Migrazione a valle
Modalità di visita: Ingresso libero

Informazioni turistiche

Comune di Roccasecca
Sito web: www.comune.roccasecca.fr.it

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